Islam e libertà religiosa
Sergio Marelli
[ 03 Ottobre 2015 ]
“La fede religiosa è una libera scelta e un libero impegno. È un diritto di ogni persona ….. Non c’è costrizione nella religione. L’orientamento giusto è stato distinto dall’errore”. Sono alcune delle affermazioni contenute nella Dichiarazione di Beirut sulla libertà religiosa, pubblicata qualche giorno fa, con la quale la rilevante associazione libanese “Mokassed” ha voluto ribadire i principi profondamente radicati nel Corano e in evidente contrasto con quella interpretazione criminale sposata dalle organizzazioni fondamentaliste islamiche così tragicamente note ai giorni nostri.
In un’epoca dove le cronache quotidiane sono insanguinate dagli atti terroristici e dalle drammatiche violazione dei più fondamentali diritti umani perpetrati nel mondo, i mussulmani liberali prendono le distanze da quella che considerano una deviazione strumentale della legge coranica. E questo non può che essere un motivo di speranza derivante dall’emergenza interna al mondo islamico di una indignazione verso coloro che piegano la loro fede ad una religione infarcita di potere, politica e interessi. Indignazione e ribellione stigmatizzata ancora nella Dichiarazione laddove afferma come “La religione è sfruttata per motivi politici, sacrificando invano persone, Paesi e civiltà. Questo sta provocando il sorgere dell’islamofobia in varie parti del mondo. La convivenza e i valori ereditati dalla nostra civiltà, come pure il futuro dei nostri giovani, sono seriamente minacciate”.
Gli sforzi e l’impegno della comunità internazionale così come gli atteggiamenti individuali devono con urgenza porgere una mano a queste realtà quali chiavi per sconfiggere i fondamentalismi dilaganti e sostenere concretamente chi afferma “Non siamo spaventati dal resto del mondo e non vogliamo essere una fonte di paura per gli altri. Non vogliamo isolarci dal resto del mondo e non vogliamo che il mondo si isoli da noi”. Un quinto dell’umanità ha sposato la fede musulmana. La via per la costruzione di una coabitazione pacifica e possibile per tutti passa inesorabilmente dalla difesa e dall’appoggio a queste voci dialoganti e dalla affermazione del diritto fondamentale della libertà religiosa di ogni individuo. L’alternativa di uno scontro violento ha già mostrato i suoi limiti e le sue drammatiche conseguenze.