Il ruolo delle riviste in epoca repubblicana. Convegno del Cric e di Mondoperaio

Martedi’ 26 novembre, presso la Sala Matteotti della Camera, a Palazzo Theodoli, si è svolto il convegno “Il ruolo delle riviste nella formazione dell’opinione pubblica in epoca repubblicana (1948 – 1960)” promosso dal Cric, Coordinamento delle Riviste Italiane di cultura e la rivista fondata da Pietro Nenni, Mondoperaio, diretta da Cesare Pinelli.
I lavori si sono avviati con l’introduzione di Valdo Spini, presidente Cric e la sessione pomeridiana delle 15 si è aperta con il saluto della vicepresidente della Camera, Anna Ascani. A coordinare gli interventi, Cesare Pinelli. L’appuntamento è stato trasmesso in diretta web tv (qui il dettaglio del programma)

Introducendo, Valdo Spini ha detto che “non a caso il Coordinamento delle Riviste Italiane di Cultura ha organizzato, su proposta di Cesare Pinelli (Foto) un convegno sul ruolo delle riviste di cultura nel secondo dopoguerra. E’ stato un periodo particolarmente fecondo nei rapporti tra cultura e politica, in cui proprio le riviste hanno giocato un ruolo determinante.

Spini ha parlato della rivista mensile  “Il Ponte”, fondata e diretta da Piero Calamandrei, il cui primo numero è uscito datato proprio Aprile ’45., cioè nel mese della completa liberazione del territorio nazionale. Calamandrei volle nel sottotitolo “rivista di politica e letteratura” e volle come segretario del comitato di redazione e poi per un certo periodo  come vicedirettore  uno scrittore Corrado Tumiati.

In realtà la stessa redazione della rivista indicava una dimensione culturale a tutto tondo. ne facevano parte un economista come Alberto Bertolino, il giurista cattolico Vittore Branca, il giovane politico del Partito d’Azione Enzo Enriques Agnoletti. Quest’ultimo succederà a Calamandrei alla sua morte nel 1956.
La componente letteraria era indubbiamente forte e ben caratterizzata. Carlo Levi pubblicherà sul primo numero la prima puntata del suo “Cristo si è fermato ad Eboli”, il romanzo che lo fece diventare famoso come scrittore, ispirato alla vicenda del suo confino in Basilicata.
Calamandrei apparteneva al Partito d’Azione e con questo partito fu eletto nel 1946 alla Costituente, Ma nell’Agosto 1947 il Partito d’Azione non ritenne si avere più né i mezzi né lo spazio politico per andare avanti e si sciolse, rimanendo peraltro gli azionisti fiorentini orgogliosamente autonomi fino alla maturazione del processo autonomista del Psi al Congresso di Venezia del 1957.
In tale  situazione,  Il Ponte rimase in questi anni , nella politica e nella cultura, a testimoniare degli ideali e della cultura del Partito d’Azione, e ancor prima di questo, di Giustizia e Libertà e del movimento liberal-socialista.
Il luogo di ritrovo e di riferimento di chi aveva partecipato di queste esperienze.Troviamo poi  Il Ponte, nel 1961 , tra le sei riviste, che con L’Espresso, Mondo Operaio, Il Mondo, Critica Sociale, Nord e Sud , che danno vita al convegno che si svolse all’Eliseo, “Prospettive di una nuova politica economica,” relatore Eugenio Scalfari, e che costituisce la pietra miliare programmatica del centro-sinistra degli anni sessanta. Una dimostrazione, se ve ne fosse stato bisogno, del ruolo importante giocato dalle riviste in quel periodo.

Certo,  la situazione è profondamente cambiata. Oggi, nell’era dei social non si  potrebbe aspettare la conclusione di ben tre articoli su “Rinascita”, il settimanale del Partito Comunista, per conoscere la svolta impressa da Enrico Berlinguer alla politica del suo partito con la strategia del compromesso storico. Si vorrebbe sapere subito con adeguati messaggi mediatici, quale fosse il punto di arrivo del suo ragionamento.
Tutto questo è vero, ma il ruolo di elaborazione continua e coerente nel tempo dei gruppi redazionali che costituiscono l’anima delle riviste culturali è in realtà insostituibile. Costituiscono spesso degli autentici nuclei di volontariato culturale. Sono il presupposto di analisi, ragionamenti e prospettive di lungo periodo che vanno aldilà degli slogan o delle frasi di convenienza del momento.

Per questo il Cric, fornendo alle riviste una rete per farsi conoscere e per confrontarsi svolge una funzione utile per la cultura italiana.”

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