Stati Generali Patrimonio
20 Maggio 2021
Partecipo come Presidente dell’Associazione delle Istituzioni Culturali Italiane (Aici) che, tutte insieme rappresentano un patrimonio culturale veramente significativo per l’Italia. Mi permetto di aggiungere anche la qualifica di Presidente del Coordinamento delle Riviste Italiane di Cultura (Cric), che lottano per continuare ad uscire e che rappresentano nuclei di volontariato culturale importanti.
Siamo qui tutti assieme per sottolineare la centralità del patrimonio culturale italiano nella ripresa del paese.
Nel 2018 per l’anno europeo del patrimonio culturale, questo venne declinato in quattro forme:
- tangibile – ad esempio edifici, monumenti, artefatti, abbigliamento, opere d’arte, libri, macchine, città storiche, siti archeologici
- intangibile – pratiche, rappresentazioni, espressioni, conoscenze, competenze, e i relativi strumenti, oggetti e spazi culturali, cui le persone attribuiscono valore. Ciò comprende la lingua e le tradizioni orali, le arti dello spettacolo, le pratiche sociali e l’artigianato tradizionale
- naturale – paesaggi, flora e fauna
- digitale – risorse create in forma digitale (ad esempio opere d’arte digitali e animazione) o che sono state digitalizzate in modo da garantirne la conservazione (testi, immagini, video, registrazioni).
L’Italia è forte in tutte queste declinazioni ma si appresta con il Pnrr a rafforzarsi su quest’ultima (la digitalizzazione) insieme al recupero sul territorio (l’intervento sui borghi) di preziosi patrimoni tangibili, intangibili e naturali, negletti o non sufficientemente valorizzati
L’insieme delle Fondazioni e degli istituti che sono soci dell’Aici (ormai 149) rappresentano nel loro insieme un patrimoni molto culturale rilevante assolutamente disponibile a mettersi in rete e a mettere quindi a disposizione sia la sua dotazione materiale e immateriale , sia il suo capitale umano della comune valorizzazione di tutto il patrimonio culturale nazionale.
Non c’è alcun dubbio che il primo confronto necessario è quello con il Pnrr. Certo con quella che nel latinorum del piano è chiamata M1C3 “Turismo e cultura” a sua volta articola in tre ambiti di intervento/ Misure
- per 1milardo e 100, Patrimonio per la prossima generazione a sua volta articolato in 500 milioni per Strategia digitale e piattaforme per il patrimonio culturale; in trecento milioni per la rimozione delle barriere fisiche e cognitive nelle varie strutture e trecento per l’efficienza energetica
- 2 miliardi e 720 per rigenerazione di piccoli siti culturali, patrimonio culturale religioso e rurale, di cui 1,2 attrattività dei borghi; 600 milioni tutela e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale;300 per valorizzare l’identità di luoghi: parchi e giardini storici; 800 milioni per la sicurezza sismica e i restauri
- 460 milioni per l’Industria culturale e creativa 4.0 di cui 300 milioni per il Progetto Cinecittà e 160 milioni per la Capacity building per gli operatori della cultura per gestire la transizione digitale e verde
E poi ci sono 1460 miliardi di euro per progetti strategici. Per grandi attrattori culturali, tutti già destinati eccetto l’ultima categoria “Percorsi nella storia”, 435 miliardi di euro, che non sembrano avere destinatari specifici.
Con questa realtà dovremo fare i conti nei prossimi anni.
Valdo Spini